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Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima.
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Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: «È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l' Ittita.»
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Davide mandò a prenderla; lei venne da lui ed egli si unì a lei, che si era purificata dalla sua impurità; poi lei tornò a casa sua.
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La donna rimase incinta e lo fece sapere a Davide dicendo: «Sono incinta».
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Allora Davide fece dire a Ioab: «Mandami Uria, l' Ittita». Ioab mandò Uria da Davide.
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Quando Uria giunse da Davide, questi gli chiese come stavano Ioab e il popolo e come andava la guerra.
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Poi Davide disse a Uria: «Scendi a casa tua e lavati i piedi». Uria uscì dal palazzo reale e gli furono mandate dietro delle vivande del re.
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Ma Uria dormì alla porta del palazzo del re con tutti i servi del suo signore, e non scese a casa sua.
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Ciò fu riferito a Davide. Gli dissero: «Uria non è sceso a casa sua». Allora Davide disse a Uria: «Tu hai fatto un lungo viaggio. Perché dunque non sei sceso a casa tua?»
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Uria rispose a Davide: «L' arca, Israele e Giuda stanno sotto le tende, Ioab mio signore e i suoi servi sono accampati in aperta campagna e io entrerei in casa mia per mangiare, bere e per coricarmi con mia moglie? Com' è vero che il SIGNORE vive e che anche tu vivi, io non farò questo!»
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Davide disse a Uria: «Trattieniti qui anche oggi, e domani ti lascerò partire». Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il giorno seguente.
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Davide lo invitò a mangiare e a bere con sé; lo ubriacò, e la sera Uria uscì per andarsene a dormire sul suo lettuccio con i servi del suo signore, ma non scese a casa sua.
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La mattina seguente, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mezzo d' Uria.
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Nella lettera aveva scritto così: «Mandate Uria al fronte, dove più infuria la battaglia; poi ritiratevi da lui, perché egli resti colpito e muoia».
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Ioab dunque, assediando la città, pose Uria nel luogo dove sapeva che il nemico aveva degli uomini valorosi.
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Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono Ioab; parecchi del popolo, della gente di Davide, caddero e perì anche Uria l' Ittita.
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Allora Ioab inviò un messaggero a Davide per fargli sapere tutte le cose che erano accadute nella battaglia
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e diede al messaggero quest' ordine: «Quando avrai finito di raccontare al re tutto quello che è successo nella battaglia,
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può darsi che il re vada in collera e ti dica: "Perché vi siete avvicinati così alla città per dare battaglia? Non sapevate che avrebbero tirato dalle mura?
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Chi fu che uccise Abimelec, figlio di Ierubbeset? Non fu una donna che gli gettò addosso un pezzo di macina dalle mura, in modo che morì a Tebes? Perché vi siete avvicinati così alle mura?" Tu allora gli dirai: "Anche il tuo servo Uria, l' Ittita, è morto"».
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Il messaggero partì e, giunto, riferì a Davide tutto quello che Ioab l' aveva incaricato di dire.
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Il messaggero disse a Davide: «I nemici avevano avuto del vantaggio su di noi, e avevano fatto una sortita contro di noi nella campagna; ma noi fummo loro addosso fino alla porta della città;
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allora gli arcieri tirarono sulla tua gente dalle mura e parecchi della gente del re perirono, e Uria, l' Ittita, tuo servo, perì anche lui».
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Allora Davide disse al messaggero: «Dirai così a Ioab: "Non affliggerti per ciò che è accaduto, perché la spada divora ora l' uno ora l' altro; rinforza l' attacco contro la città e distruggila". E tu fagli coraggio».
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Quando la moglie di Uria udì che suo marito era morto, lo pianse.
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Dopo che ebbe finito i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere in casa sua. Lei divenne sua moglie e gli partorì un figlio. Ma quello che Davide aveva fatto dispiacque al SIGNORE.