Trasformerò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento; coprirò di sacchi tutti i fianchi e ogni testa sarà rasa. Il paese piomberà nel lutto come quando muore un figlio unico, la sua fine sarà come un giorno d' amarezza.
Gli abitanti di Samaria trepideranno per le vitelle di Bet-Aven; sì, il popolo sarà in lutto per l' idolo, e i suoi sacerdoti tremeranno per esso, per la sua gloria, perché questa svanirà da lui.
L' idolo stesso sarà portato in Assiria, come un dono al re difensore; la confusione s' impadronirà di Efraim, e Israele sarà coperto di vergogna per i suoi disegni.
Vestitevi di sacco e piangete, o sacerdoti! Urlate, ministri dell' altare! Venite, passate la notte vestiti di sacco, ministri del mio Dio! perché l' offerta e la libazione sono scomparse dalla casa del vostro Dio.
Libano, apri le tue porte, e il fuoco divori i tuoi cedri!
2
Urla, cipresso, perché il cedro è caduto e gli alberi magnifici sono devastati! Urlate, querce di Basan, perché la foresta impenetrabile è abbattuta!
3
Si odono i lamenti dei pastori, perché la loro gloria è distrutta; si ode il ruggito dei leoncelli, perché le rive lussureggianti del Giordano sono devastate.
«Ho mandato la peste in mezzo a voi come in Egitto; ho ucciso i vostri giovani con la spada e ho catturato i vostri cavalli; vi ho fatto salire al naso il fetore dei vostri accampamenti; ma voi non siete tornati a me», dice il SIGNORE.
Di' : «Così parla il SIGNORE: "I cadaveri degli uomini cadranno come letame sull' aperta campagna, come un mannello che il mietitore si lascia indietro, e che nessuno raccoglie"».
I cavalieri danno la carica, fiammeggiano le spade, sfolgorano le lance, i feriti abbondano, si ammucchiano i cadaveri, sono infiniti i morti, si inciampa nei cadaveri.
Un parente verrà con il becchino a prendere il morto e a portarne via di casa le ossa; e dirà a colui che è in fondo alla casa: «Ce n' è altri con te?» L' altro risponderà: «No». E il primo dirà: «Zitto! Non è il momento di nominare il nome del SIGNORE».
Perciò, così parla il SIGNORE riguardo a Ioachim, figlio di Giosia, re di Giuda: «Non lo si compiangerà, dicendo: "Ahimé, fratello mio, ahimé sorella!" Non se ne farà cordoglio, dicendo: "Ahimé, SIGNORE, ahimé, maestà!"
Allora Mosè disse ad Aaronne: «Questo è quello di cui il SIGNORE ha parlato, quando ha detto: "Io sarò santificato per mezzo di quelli che mi stanno vicino e sarò glorificato in presenza di tutto il popolo"». Aaronne tacque.