(005-21) «Quando uno peccherà e commetterà un' infedeltà verso il SIGNORE, negando al suo prossimo un deposito da lui ricevuto, o un pegno messo nelle sue mani, o una cosa che ha rubato o estorto con frode al prossimo,
Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna del tuo prossimo».
Se uno affida al suo vicino del denaro o degli oggetti da custodire, ed essi siano stati rubati dalla casa di quest' ultimo, se il ladro si trova, restituirà il doppio.
Se uno dà in custodia al suo vicino un asino, un bue, una pecora o qualunque altra bestia, ed essa muore o resta storpiata o è portata via senza che ci siano testimoni,
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interverrà fra le due parti il giuramento del SIGNORE per sapere se colui che aveva la bestia in custodia non si è appropriato della roba del suo vicino. Il padrone della bestia si accontenterà del giuramento, e l' altro non sarà tenuto a risarcire i danni.
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Ma se la bestia gli è stata rubata, egli dovrà risarcire il danno al padrone di essa.
«"Voi rubate, uccidete, commettete adulteri, giurate il falso, offrite profumi a Baal, andate dietro ad altri dèi che prima non conoscevate,
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e poi venite a presentarvi davanti a me, in questa casa sulla quale è invocato il mio nome. Voi dite: «Siamo salvi!» Perciò commettete tutte queste abominazioni.
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È forse, agli occhi vostri, una spelonca di ladri questa casa sulla quale è invocato il mio nome? Ecco, tutto questo io l' ho visto, dice il SIGNORE.
Allora egli mi disse: «Questa è la maledizione che si spande su tutto il paese; poiché ogni ladro, secondo essa, sarà estirpato da questo luogo, e ogni spergiuro, secondo essa, sarà estirpato da questo luogo.
"Io la faccio uscire", dice il SIGNORE degli eserciti, "ed essa entrerà nella casa del ladro e nella casa di colui che giura il falso nel mio nome; si stabilirà in mezzo a quella casa e la consumerà con il legname e le pietre che contiene"».
Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno.
L' altro gli disse: «Anch' io sono profeta come te; e un angelo mi ha parlato per ordine del SIGNORE, dicendo: "Riportalo con te in casa tua, perché mangi del pane e beva dell' acqua"». Egli mentiva.
«Tendono la lingua, che è il loro arco, per scoccare menzogne; sono diventati potenti nel paese, ma non per agire con fedeltà; poiché passano di malvagità in malvagità e non conoscono me, dice il SIGNORE.
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Si guardi ciascuno dal suo amico, nessuno si fidi del suo fratello; poiché ogni fratello non fa che ingannare, ogni amico va spargendo calunnie.
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L' uno inganna l' altro, non dice la verità, esercitano la loro lingua a mentire, si affannano a fare il male.
Se questo non si vendeva, non restava tuo? E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione? Perché ti sei messo in cuore questa cosa? Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio».
No di certo! Anzi, sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo, com' è scritto: «Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato».
Ma per i codardi, gl' increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli idolatri e tutti i bugiardi, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda».