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aveva messo a disposizione di quest' ultimo una camera grande là dove, prima di allora si riponevano le offerte, l' incenso, gli utensili, la decima del grano, del vino e dell' olio, tutto ciò che spettava per legge ai Leviti, ai cantori, ai portinai, e la parte che se ne prelevava per i sacerdoti.
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Ma quando si faceva tutto questo, io non ero a Gerusalemme; perché l' anno trentaduesimo di Artaserse, re di Babilonia, ero tornato presso il re; e dopo qualche tempo, avendo ottenuto un congedo dal re,
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tornai a Gerusalemme, e mi accorsi del male che Eliasib aveva fatto per amore di Tobia, mettendo a sua disposizione una camera nei cortili della casa di Dio.
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La cosa mi dispiacque molto, e feci gettare fuori dalla camera tutte le masserizie appartenenti a Tobia.
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Poi ordinai che si purificassero quelle camere, e vi feci ricollocare gli utensili della casa di Dio, le offerte e l' incenso.
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Seppi pure che le porzioni dovute ai Leviti non erano state date, e che i Leviti e i cantori, incaricati del servizio, se ne erano fuggiti, ciascuno alla sua terra.
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Io ammonii i magistrati, e dissi loro: «Perché la casa di Dio è stata abbandonata?» Poi radunai i Leviti e i cantori e li ristabilii nei loro uffici.
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Allora tutto Giuda portò nei magazzini le decime del frumento, del vino e dell' olio.
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Affidai la sorveglianza dei magazzini al sacerdote Selemia, allo scriba Sadoc, e a Pedaia, uno dei Leviti; ai quali aggiunsi Anan figlio di Zaccur, figlio di Mattania, perché erano considerati uomini fedeli. Il loro compito era di fare le ripartizioni fra i loro fratelli.