Proverbi 16:13
Le labbra giuste sono gradite ai re; essi amano chi parla rettamente.
Salmi 101:6
Avrò gli occhi sui fedeli del paese per tenerli vicini a me; chi cammina per una via irreprensibile sarà mio servitore.
Matteo 5:8
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Salmi 45:2
Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia; perciò Dio ti ha benedetto in eterno.
Luca 4:22
Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?»
Genesi 41:39-57
39
Così il faraone disse a Giuseppe: «Poiché Dio ti ha fatto conoscere tutto questo, non c' è nessuno che sia intelligente e savio quanto te.
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Tu avrai autorità su tutta la mia casa e tutto il popolo ubbidirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più grande di te».
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Il faraone disse ancora a Giuseppe: «Vedi, io ti do potere su tutto il paese d' Egitto».
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Poi il faraone si tolse l' anello dal dito e lo mise al dito di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d' oro.
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Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «In ginocchio!» Così il faraone gli diede autorità su tutto il paese d' Egitto.
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Il faraone disse a Giuseppe: «Io sono il faraone! Ma senza tuo ordine, nessuno alzerà la mano o il piede in tutto il paese d' Egitto».
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Il faraone chiamò Giuseppe Safnat-Paneac e gli diede per moglie Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On. Giuseppe partì per visitare il paese d' Egitto.
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Giuseppe aveva trent' anni quando si presentò davanti al faraone, re d' Egitto. Giuseppe uscì dalla presenza del faraone e percorse tutto il paese d' Egitto.
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Durante i sette anni di abbondanza la terra produsse a profusione;
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Giuseppe raccolse tutti i viveri che furono prodotti nel paese d' Egitto in quei sette anni e li immagazzinò nelle città; immagazzinò in ogni città i viveri del territorio circostante.
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Così Giuseppe ammassò grano come la sabbia del mare: in così gran quantità, che si smise di contarlo, perché era incalcolabile.
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Prima che venisse il primo anno della carestia, nacquero a Giuseppe due figli, che Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di On, gli partorì.
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Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: «Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre».
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Il secondo lo chiamò Efraim, perché, disse: «Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione».
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I sette anni d' abbondanza che c' erano stati nel paese d' Egitto finirono
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e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d' Egitto c' era del pane.
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Poi la carestia si estese a tutto il paese d' Egitto e il popolo gridò al faraone per avere del pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe e fate quello che vi dirà».
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La carestia era su tutta la superficie del paese e Giuseppe aprì tutti i depositi e vendette grano agli Egiziani. La carestia s' aggravò nel paese d' Egitto.
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Da tutti i paesi venivano in Egitto, da Giuseppe, per comprare grano, perché la carestia era grave su tutta la terra.
Esdra 7:6-11
6
Questo Esdra veniva da Babilonia. Era uno scriba esperto nella legge di Mosè, data dal SIGNORE, Dio d' Israele. Siccome la mano del SIGNORE, suo Dio, era su di lui, il re gli concesse tutto quello che domandò.
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Alcuni dei figli d' Israele e alcuni dei sacerdoti, dei Leviti, dei cantori, dei portinai e dei Netinei salirono anche loro con lui a Gerusalemme, il settimo anno del re Artaserse.
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Esdra giunse a Gerusalemme il quinto mese, nel settimo anno del re.
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Infatti, aveva fissato la partenza da Babilonia per il primo giorno del primo mese, e arrivò a Gerusalemme il primo giorno del quinto mese, assistito dalla benefica mano del suo Dio;
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poiché Esdra si era dedicato con tutto il cuore allo studio e alla pratica della legge del SIGNORE, e a insegnare in Israele le leggi e le prescrizioni divine.
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Ecco il testo della lettera data dal re Artaserse a Esdra, sacerdote e scriba, esperto nei comandamenti e nelle leggi dati dal SIGNORE a Israele:
Neemia 2:4-6
4
E il re mi disse: «Che cosa domandi?» Allora io pregai il Dio del cielo;
5
poi risposi al re: «Se ti sembra giusto e il tuo servo ha incontrato il tuo favore, mandami in Giudea, nella città dove sono le tombe dei miei padri, perché io la ricostruisca».
6
Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: «Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai?» La cosa piacque al re, che mi lasciò andare, e gli indicai una data.
Ester 10:3
Il Giudeo Mardocheo infatti era il secondo dopo il re Assuero: grande fra i Giudei e amato dalla moltitudine dei suoi fratelli; cercò il bene del suo popolo e parlò per la pace di tutta la sua razza.
Daniele 2:46-49
46
Allora il re Nabucodonosor, abbassando la sua faccia fino a terra, si inchinò davanti a Daniele e ordinò che gli fossero portati offerte e profumi.
47
Poi il re parlò a Daniele e disse: «In verità il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei segreti, poiché tu hai potuto svelare questo mistero».
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Allora il re innalzò Daniele in dignità, lo colmò di numerosi e ricchi doni, gli diede il comando di tutta la provincia di Babilonia e lo fece capo supremo di tutti i saggi di babilonia.
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Daniele chiese al re di affidare a Sadrac, Mesac e Abed-Nego l' amministrazione della provincia di Babilonia; ma Daniele rimase alla corte del re.
Daniele 3:30
Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella provincia di Babilonia.
Daniele 6:20-23
20
Quando fu vicino alla fossa, chiamò Daniele con voce angosciata e gli disse: «Daniele, servo del Dio vivente! Il tuo Dio, che tu servi con perseveranza, ha potuto liberarti dai leoni?»
21
Daniele rispose al re: «Vivi per sempre o re!
22
Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso la bocca dei leoni; essi non mi hanno fatto nessun male perché sono stato trovato innocente davanti a lui; e anche davanti a te, o re, non ho fatto niente di male».
23
Allora il re fu molto contento e ordinò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa; Daniele fu tirato fuori dalla fossa e non si trovò su di lui nessuna ferita, perché aveva avuto fiducia nel suo Dio.