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Giosafat, stando in piedi in mezzo all' assemblea di Giuda e di Gerusalemme, nella casa del SIGNORE, davanti al cortile nuovo,
6
disse: «SIGNORE, Dio dei nostri padri, non sei tu Dio dei cieli? Non sei tu che domini su tutti i regni delle nazioni? Non hai tu nelle tue mani la forza e la potenza, in modo che nessuno può resistere contro di te?
7
Non sei stato tu, Dio nostro, a scacciare gli abitanti di questo paese davanti al tuo popolo Israele, e lo desti per sempre alla discendenza di Abraamo, il quale ti amò?
8
E quelli lo hanno abitato e vi hanno costruito un santuario per il tuo nome, dicendo:
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"Quando ci cadrà addosso qualche calamità, spada, giudizio, peste o carestia, noi ci presenteremo davanti a questa casa e davanti a te, poiché il tuo nome è in questa casa; a te grideremo nella nostra tribolazione, e tu ci udrai e ci salverai".
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Ora ecco che i figli di Ammon e di Moab e quelli del monte Seir, nelle terre dei quali non permettesti a Israele di entrare quando veniva dal paese d' Egitto - ed egli li lasciò da parte e non li distrusse -
11
eccoli che ora ci ricompensano, venendo a scacciarci dall' eredità di cui ci hai dato il possesso.
12
Dio nostro, non vorrai giudicarli? Poiché noi siamo senza forza, di fronte a questa gran moltitudine che avanza contro di noi; e non sappiamo che fare, ma gli occhi nostri sono su di te!»
13
Tutto Giuda, perfino i loro bambini, le loro mogli, i loro figli, stavano in piedi davanti al SIGNORE.