smunta dalla miseria e dalla fame, ridotta a brucare nel deserto la terra da tempo nuda e desolata,

strappando erba salsa presso i cespugli, ed avendo per pane radici di ginestra.

Quando coltiverai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti e tu sarai vagabondo e fuggiasco sulla terra».

Vanno vagando in cerca di cibo, e se non trovano da sfamarsi, passano la notte ululando.

I suoi figli siano vagabondi e mendicanti e cerchino il pane lontano dalle loro case in rovina.

Abbiamo teso la mano verso l' Egitto e verso l' Assiria, per saziarci di pane.

Noi raccogliamo il nostro pane a rischio della nostra vita, affrontando la spada del deserto.

Furono lapidati, segati, uccisi di spada; andarono attorno coperti di pelli di pecora e di capra; bisognosi, afflitti, maltrattati

loro il mondo non era degno), erranti per deserti, monti, spelonche e per le grotte della terra.

Sì, la luce dell' empio si spegne, e la fiamma del suo fuoco non brilla.

La luce si oscura nella sua tenda, e la lampada che gli sta sopra si spegne.

La sua forza viene meno dalla fame, la calamità gli sta pronta al fianco.

È scacciato dalla luce nelle tenebre, è bandito dal mondo.

Se dunque un uomo vive molti anni, si rallegri tutti questi anni e pensi ai giorni delle tenebre, che saranno molti; tutto quello che avverrà è vanità.

giorno di tenebre, di densa oscurità, giorno di nubi e di fitta nebbia! Come l' aurora, si sparge sui monti un popolo numeroso e potente, quale non se n' è mai visto prima, e non se ne vedrà mai più in appresso negli anni delle generazioni future.

Il giorno del SIGNORE non è forse tenebre e non luce? oscurissimo e senza splendore?

Quel giorno è un giorno d' ira, un giorno di sventura e d' angoscia, un giorno di rovina e di desolazione, un giorno di tenebre e caligine, un giorno di nuvole e di fitta oscurità,

ma una terribile attesa del giudizio e l' ardore di un fuoco che divorerà i ribelli.