24
Com' è vero che io vivo», dice il SIGNORE, «anche se Conia, figlio di Ioachim, re di Giuda, fosse un sigillo nella mia destra, io ti strapperei da lì.
25
Io ti darò in mano di quelli che cercano la tua vita, in mano di quelli dei quali hai paura, in mano di Nabucodonosor, re di Babilonia, in mano dei Caldei.
26
Caccerò te e tua madre che ti ha partorito, in un paese straniero dove non siete nati, e là morirete.
27
Ma quanto al paese in cui desiderano tornare, essi non vi torneranno».
28
Questo Conia è dunque un vaso spezzato, infranto? È forse un oggetto che non fa più alcun piacere? Perché sono dunque cacciati, lui e la sua discendenza, gettati in un paese che non conoscono?