Quando il SIGNORE suscitava loro dei giudici, il SIGNORE era con il giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; poiché il SIGNORE aveva compassione dei loro gemiti a causa di quelli che li opprimevano e angariavano.
Il popolo, i prìncipi di Galaad, si dissero l' un l' altro: «Chi sarà l' uomo che comincerà l' attacco contro i figli di Ammon? Egli sarà il capo di tutti gli abitanti di Galaad».
Iefte rispose agli anziani di Galaad: «Se mi fate ritornare da voi per combattere contro i figli di Ammon e il SIGNORE li dà in mio potere, io sarò vostro capo».
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Gli anziani di Galaad dissero a Iefte: «Il SIGNORE sia testimone e giudice se non facciamo quello che hai detto».
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Iefte dunque andò con gli anziani di Galaad; il popolo lo nominò suo capo e condottiero e Iefte ripeté davanti al SIGNORE, a Mispa, tutte le parole che aveva dette prima.
Fra di loro nacque anche una contesa: chi di essi fosse considerato il più grande.
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Ma egli disse loro: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori.
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Ma per voi non dev' essere così; anzi il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve.
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Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve.
Allora il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla voce del popolo in tutto quello che ti dirà, poiché essi non hanno respinto te, ma me, affinché io non regni su di loro.
Ma oggi voi respingete il vostro Dio che vi salvò da tutti i vostri mali e da tutte le vostre angosce, e gli dite: "Stabilisci su di noi un re!" Dunque presentatevi davanti al SIGNORE per tribù e per migliaia».
Ma quando udiste che Naas, re dei figli di Ammon, marciava contro di voi, mi diceste: «No, deve regnare su di noi un re», mentre il SIGNORE, il vostro Dio, era il vostro re.