Forse il SIGNORE, il tuo Dio, ha udito le parole di Rabsaché, che il re di Assiria, suo signore, ha mandato per insultare il Dio vivente; e forse il SIGNORE, il tuo Dio, punirà le parole che ha udite. Rivolgigli dunque una preghiera in favore del resto del popolo che rimane ancora».
10
«Dite così a Ezechia, re di Giuda: Il tuo Dio, nel quale confidi, non t' inganni dicendo: "Gerusalemme non sarà data nelle mani del re d' Assiria".
11
Ecco, tu hai udito quello che i re d' Assiria hanno fatto a tutti i paesi, come li hanno distrutti; e tu riusciresti a scampare?
12
Gli dèi delle nazioni che i miei padri distrussero, gli dèi di Gozan, di Caran, di Resef, e dei figli di Eden che sono a Telassar, riuscirono forse a liberarle?
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Dove sono il re di Camat, il re di Arpad, e il re della città di Sefarvaim, di Ena e d' Ivva?»
14
Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse; poi salì alla casa del SIGNORE, e la spiegò davanti al SIGNORE.
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Ezechia pregò il SIGNORE, dicendo:
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«SIGNORE degli eserciti, Dio d' Israele, che siedi sopra i cherubini! Tu solo sei il Dio di tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la terra.
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SIGNORE, porgi l' orecchio e ascolta! SIGNORE, apri i tuoi occhi e guarda! Ascolta tutte le parole che Sennacherib ha mandate per insultare il Dio vivente!
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È vero, SIGNORE; i re d' Assiria hanno devastato tutte quelle nazioni e i loro paesi,
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e hanno dato alle fiamme i loro dèi; perché quelli non erano dèi; ma erano opera di mano d' uomo: legno e pietra; e li hanno distrutti.
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Ma ora, SIGNORE, Dio nostro, liberaci dalle mani di Sennacherib, affinché tutti i regni della terra conoscano che tu solo, sei il SIGNORE!»