Il diciottesimo anno del suo regno, dopo aver purificato il paese e la casa del SIGNORE, mandò Safan, figlio di Asalia, Maaseia, governatore della città, e Ioa, figlio di Ioacaz, l' archivista, per restaurare la casa del SIGNORE, suo Dio.
Quelli si recarono dal sommo sacerdote Chilchia, e fu loro consegnato il denaro che era stato portato nel tempio di Dio, e che i Leviti, custodi della soglia, avevano raccolto in Manasse, in Efraim, in tutto il rimanente d' Israele, in tutto Giuda e Beniamino, e fra gli abitanti di Gerusalemme.
Ioas disse ai sacerdoti: «Tutto il denaro consacrato che sarà portato alla casa del SIGNORE, vale a dire il denaro versato da ogni Israelita censito, il denaro che paga per il suo riscatto personale secondo la stima fatta dal sacerdote, tutto il denaro che qualunque persona decida di portare alla casa del SIGNORE,
i sacerdoti lo ricevano, ognuno dalle mani dei suoi conoscenti, e se ne servano per fare i restauri alla casa, dovunque si troverà qualcosa da restaurare».
Allora il re Ioas chiamò il sacerdote Ieoiada e gli altri sacerdoti, e disse loro: «Perché non restaurate quel che c' è da restaurare nella casa? Da ora in poi dunque non ricevete più denaro dalle mani dei vostri conoscenti, ma lasciatelo per i restauri della casa».